Lettera anno pastorale 2020-2021

Cari parrocchiani,

stiamo per ricominciare un nuovo anno pastorale. L’anno trascorso non è stato un anno facile, abbiamo vissuto situazioni difficili, anche dolorose, momenti di incertezza, di timore, di confusione. Ci siamo trovati impreparati a gestire una realtà sconosciuta, con cui pian piano cerchiamo di convivere. Anche il futuro ci riserva dubbi e solleva domande: quando finirà? Quando potremo riabbracciarci senza paura, stringerci la mano con affetto? Quando potremo riprendere la nostra vita e le nostre relazioni? Ci stiamo abituando ad utilizzare spesso parole come contagi, distanza, sicurezza, protezione.

Anche la nostra fede è stata coinvolta: in alcuni momenti ci è sembrato vacillasse un po’ di più, in altri è stata il sostegno della nostra fragilità e la luce del nostro buio. Siamo certi che il Signore non ci ha abbandonato e visita sempre la nostra vita e con Lui viene la consolazione, viene la speranza, viene la gioia. Quando ci perdiamo, viene a cercarci, quando non sappiamo camminare ci porta. Mi servo delle parole del Papa e “invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore». Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: «Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici». Ci fa tanto bene tornare a Lui quando ci siamo perduti! Insisto ancora una volta: Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia. Colui che ci ha invitato a perdonare «settanta volte sette» (Mt 18,22) ci dà l’esempio: Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l’altra. Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti!”

In avanti! E’ in avanti che dobbiamo guardare, con speranza e fiducia.

Non vi nego che anch’io non ho sempre avuto la risposta pronta a tutto, a volte, mi rendo conto avrei potuto fare di più o fare meglio, ho portato sempre davanti al Signore ciascuno di voi, anche quando ho dovuto celebrare da solo, per tanti giorni. Ho capito ancora di più come la comunità sia davvero una risorsa per tutti, la celebrazione della messa, gli incontri tra di noi che tanto ci sono mancati, sono ripresi e diventano un momento irrinunciabile per la nostra vita: sono il nutrimento, l’energia e la forza per una vita felice.

Per questo vi raccomando di continuare a partecipare alla Messa e alla vita della comunità che, seppur con qualche limitazione, riprenderà come di consueto. È iniziato il nuovo anno scolastico per la scuola dell’infanzia e, vedendo la gioia dei bambini in questi primi giorni di scuola, sono convinto che loro siano davvero la nostra risorsa e il nostro aiuto per andare avanti.

Prima di darvi tutte le indicazioni necessarie, vorrei dirvi una parola sull’oratorio. Mi è dispiaciuto molto non poter fare il Grest quest’estate e non poter accompagnare i ragazzi al camposcuola, sarebbe stata un’occasione per conoscerli meglio. Aspetto i ragazzi per la catechesi e per le attività che riusciremo ad organizzare in oratorio. Aspetto anche tutti coloro che vorranno dare una mano con il proprio impegno e le proprie idee per rendere più attiva e bella la vita in oratorio per i nostri ragazzi, penso soprattutto ai genitori, ma anche agli altri, giovani e meno giovani, per costruire la comunità c’è davvero bisogno del contributo di tutti. In parrocchia, in oratorio, tutti devono sentirsi a casa. Queste non sono parole vuote, ma devono diventare il desiderio e l’impegno costante.

don Simone

Pubblicato il 23 settembre 2020 su dSimone. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Commenti disabilitati su Lettera anno pastorale 2020-2021.

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