XII Domenica del tempo ordinario

Dopo la festa del Corpus Domini riprendiamo il tempo ordinario. Leggiamo del Vangelo secondo Matteo una parte che viene definita il discorso missionario, in cui Gesù manda i suoi discepoli ad annunciare il Vangelo e li invia per le strade e i villaggi. Li incoraggia a non avere paura, anche quando troveranno difficoltà, persecuzione e opposizioni, perché la loro vita è al sicuro nelle mani di Dio. Non abbiate paura degli uomini, non abbiate paura di quelli che possono uccidere il corpo, ma abbiate il timor di Dio, non una paura, ma un rispetto d’amore per colui che è il Signore della vita, perché perdendo Lui perdiamo tutto. Il timore di Dio e la consapevolezza che gli che lui è grande e santo: quando la persecuzione o anche una difficoltà o un dolore grande minacciano la nostra vita, allora la tentazione di fuggire, di allontanarci dal Signore può diventare il mezzo più semplice. Ma è un comportamento che rompe la nostra relazione con Dio e la nostra relazione fraterna con Gesù, perciò non è la soluzione. Il legame con Gesù è la cosa più importante di tutte, è la nostra vita e senza questo legame noi non possiamo fare niente e non siamo niente. La fede vince la paura, la fede richiede coraggio ma per fede sappiamo che Dio ci è vicino, sappiamo che con il suo amore si prende cura di ogni minimo dettaglio della nostra vita. Certo nella vita capita di aver paura, a volte la paura ci coglie e rende tutto più difficile, più pesante, sembra che non ci sia più speranza per il futuro. Ma noi, a motivo della fede, come i discepoli siamo sulle tracce del Signore e possiamo attingere motivi di fiducia da quello che Gesù ci ha insegnato. La parola di Gesù che ci rimane nel cuore suscita forza e coraggio per annunciare il Vangelo e testimoniare l’amore di Dio. Non abbiate paura, fidatevi di Gesù, anche se questo ci può costare persecuzione o derisione. Solo considerando l’amore che Dio ha per noi possiamo vincere la paura. Due passeri non si vendono forse per un soldo eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. L’amore di Dio che non ci fa mancare niente è un amore provvidente, cioè un amore che vede prima dei nostri bisogni e che vede in nostro favore. Dio non ci fa mancare niente di quello che davvero ci serve, cioè la comunione con Lui.

Nella prima lettura leggiamo la terribile esperienza del profeta Geremia, è angosciato perché abbandonato da tutti perseguitato da ogni parte, rivolge a Dio la preghiera che i suoi nemici non possano avere la sua anima cioè che lui possa continuare quel legame che aveva iniziato con il Signore da quando gli aveva rapito il cuore. Geremia è sicuro che il Signore lo aiuterà e affida la sua causa al Signore lasciando che sia Lui a compiere la sua opera.  Mi hai sedotto Signore, io mi sono lasciato sedurre, mi hai fatto violenza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno, ognuno si beffa di me. Mi dicevo non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome. Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente trattenuto nelle mie ossa, mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. Queste parole di Geremia ci dicono tutto l’amore che Geremia nutre per il Signore; anche di fronte alle difficoltà quando la tentazione gli aveva fatto pensare di non parlare più nel nome del Signore, di non annunciare più l’insegnamento del Signore, sentiva nel cuore un fuoco ardente che si sforzava di trattenere, di contenere ma non poteva.

Gesù ci fa conoscere chi è Dio quali sono i suoi atteggiamenti qual è la sua grandezza qual è la grandezza della sua rivelazione. Dall’ esperienza con Gesù i discepoli capiscono chi è Dio e ricevono il compito di annunciare a tutti il vangelo. Grazie a questo annuncio degli apostoli anche noi conosciamo il Signore. Anche a noi il Signore dice: annunciate il Vangelo, non abbiate paura, è la via che ci porta alla salvezza. Fidiamoci del Vangelo, è la luce che può illuminare la nostra vita.

don Simone

Pubblicato il 21 giugno 2020 su dSimone. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Commenti disabilitati su XII Domenica del tempo ordinario.

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