Archivi categoria: Riflessioni

Perché devo andare a Messa?

NONNO MI SPIEGHI

Nonno, Nonno, io ho capito che la fede in Gesù è importante, però la mamma insiste che io faccia sempre le preghiere e mi costringe ad andare a Messa anche quando non mi va. Mio papà la sgrida, dicendo che non mi deve costringere, che deve lasciarmi completamente libero di decidere quando e come pregare. Chi tra di loro ha ragione?
Non ti dirò chi di loro ha ragione e chi ha torto, ma voglio leggerti una parte del capitolo 10 del Vangelo di Marco per aiutarti a riflettere: «Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”. E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro» (Marco 10,13-16). Leggi il resto di questa voce

Quando è meglio mordersi la lingua

donneLe volte più pericolose sono quando si comincia con «non è per sparlare, eh…», o anche con il micidiale «non vorrei giudicare ma…». Allora sì che il rischio è grave.
Come ha detto papa Francesco, si comincia parlando magari benevolmente di qualcuno, si finisce regolarmente per spellarlo. Che poi lei non voleva, non voleva proprio far notare che quella persona che l’ha criticata ha quei due o tre chiletti di troppo, e forse guardando bene sono anche dieci… «Magari è bella dentro». C’è la pericolosa gara di mamme («non ho investito tanto sui miei figli per vedere assegnata a un mio virgulto la parte della pecora alla recita di Natale, noi ci meritiamo dall’angelo in su!»), la gara dei bravi cristiani («eh, quello viene a Messa, ma detto fra noi…»), la gara al lavoro e in tutti gli altri ambiti in cui dobbiamo vivere accanto ai fratelli. Perché essere figli di Dio ci piace un sacco, ma essere fratelli è così fastidioso… Leggi il resto di questa voce

Camera con vista sui paesaggi dell’anima

finestraDue uomini, entrambi gravemente ammalati, occupavano la stessa stanza d’ospedale: uno dei due doveva sedersi sul letto un’ora al giorno per respirare meglio. Il suo letto si trovava di fianco all’unica finestra nella stanza. I due compagni si parlavano per ore. Parlavano delle loro famiglie, descrivendo le loro case, il loro lavoro, le loro esperienze.
Ed ogni pomeriggio quando l’uomo nel letto vicino alla finestra si poteva sedere, questi passava il tempo a descrivere al suo compagno di stanza tutto quello che vedeva fuori. L’uomo cominciò a vivere nient’altro che per questi periodi di un’ora durante i quali il suo mondo si apriva ai colori della vita.
Dalla camera, la vista dava su un parco con un bel lago; le anatre e i cigni giocavano nell’acqua, mentre i bambini facevano navigare i propri battelli in miniatura; i fiori erano coloratissimi e gli alberi stupendi.
Mentre l’uomo alla finestra descriveva tutti questi dettagli, l’altro chiudeva gli occhi e si immaginava le scene pittoresche. Leggi il resto di questa voce

Le quattro candele

4candeleLe quattro candele, bruciano, si consumano lentamente.
Il luogo era talmente silenzioso, che si poteva ascoltare la loro conversazione…
La prima diceva:
“Io sono la pace, ma gli uomini non riescono a mantenermi:
penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi!”
Così fu, e a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente. Leggi il resto di questa voce

Papa Francesco: la preghiera per ogni dito della mano

PAPA_FRANCESCO_-_AL_REGINA_CAELI_130401-150x150La preghiera scritta dal Papa circa quindici anni fa, quando era Vescovo di Buenos Aires, è caratterizzata dalla semplicità e dalla tenerezza tipiche del nuovo Pontefice. Le parole dell’orazione sono quelle che tornano spesso nei messaggi e nelle frasi con le quali Francesco ci ha sorpresi e conquistati in queste prime settimane di pontificato: umilta’, semplicita’, comprensione, accettazione. Ed il silenzio tanto caro ai Gesuiti della preghiera.

1. Il pollice è il dito più vicino a te. Così inizia a pregare per chi ti è più vicino. Sono le persone che più facilmente tornano nei nostri ricordi. Pregare per le persone a noi care è “un dolce compito”.

2. Il dito seguente è l’indice. Prega per chi insegna, educa e medica, quindi per maestri, professori, medici e sacerdoti. Questi hanno bisogno di sostegno e saggezza affinchè possano indicare la via giusta agli altri. Non dimenticarli mai nelle tue preghiere.

3. Il dito seguente è il più alto. Ci fa ricordare i nostri governatori. Prega per il presidente, per i parlamentari, per gli imprenditori e per gli amministratori. Sono loro che dirigono il destino della nostra patria e che guidano l’opinione pubblica. Hanno bisogno della guida di Dio.

4. Il quarto dito è il dito anulare. Nonostante possa sorprendere i più, è questo il nostro dito più debole, e qualunque insegnante di pianoforte lo può confermare. Bisogna ricordarsi di pregare per i più deboli, per coloro che hanno tanti problemi da affrontare o che sono affaticati dalle malattie. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Non saranno mai troppe le preghiere per queste persone. Inoltre ci invita a pregare per i matrimoni.

5. E per ultimo c’è il nostro dito mignolo, il più piccolo tra tutte le dita, piccolo come bisogna sentirsi di fronte a Dio e agli altri. Come dice la Bibbia “gli ultimi saranno i primi”. Il mignolo ti ricorda che devi pregare per te stesso. Solo quando avrai pregato per gli altri quattro gruppi, potrai vedere nella giusta ottica i tuoi bisogni e pregare meglio per te.