V DOMENICA DI PASQUA
Il vangelo secondo Giovanni ci riporta nel clima dell’ultima cena. Sono momenti tristi perché nell’aria c’è la consapevolezza che questi sono gli ultimi momenti della vita di Gesù e ci sarà una separazione. Gesù, con grande delicatezza si preoccupa che il cuore dei discepoli non sia turbato. Si preoccupa anche di noi, il Signore, ha a cuore il nostro smarrimento, la nostra ansia per il nostro futuro, il turbamento del nostro cuore, il vuoto che talvolta ci prende. Anche a noi Gesù dice di non essere turbati, di avere fiducia in Lui, perché con Lui è sempre possibile un nuovo inizio, una nuova rinascita.
I discepoli stanno ascoltando i discorsi di addio, nei quali il Signore sottolinea alcune realtà che ritiene particolarmente importanti. L’addio di solito è l’ultimo saluto tra chi parte e se ne va per sempre e non ritorna più. Ma in questo caso non è così: è un addio nel significato profondo del termine: ad-Dio, è un rivederci presso Dio, in una realtà definitiva, che supera lo spazio e il tempo umani. È la promessa di trovarsi nella casa del Padre. Gesù va a prepararci un posto, una dimora, un’abitazione dove stare con Lui per sempre. E utilizza un linguaggio familiare, parla di casa, di dimora dove restare con il Padre. Questo stile deve farci riflettere: sappiamo vivere le nostre relazioni con la stessa convinzione? A volte ci manca la consapevolezza di essere fratelli e figli dell’unico Padre e non viviamo la nostra comunità come una famiglia, a volte ci mettiamo come osservatori dall’esterno e puntiamo il dito per criticare e giudicare. La nostra comunità rende possibile l’incontro con Dio e la via per incontrare Dio è Gesù, è camminare con Lui, vivere la vita di Dio.
I discepoli ammettono di non conoscere la strada per arrivare a questa dimora divina. “Io sono la via, la verità e la vita” risponde Gesù. Spesso Gesù utilizza delle immagini per esprimere la sua identità divina: io sono la porta, abbiamo ascoltato domenica scorsa, io sono la luce, io sono il buon pastore. Io sono anzitutto vuol dire io sono Dio, la mia persona rivela Dio, dice. La storia di Gesù è la strada da percorrere per arrivare a Dio. Seguire la via che è Gesù significa seguire le orme di Gesù, significa camminare dove Lui ha camminato. Gesù dice di essere la verità, è la rivelazione di Dio, fa vedere chi è Dio. La verità non è un concetto, ma è la persona di Gesù. È questione anche di vita, Dio è vita, l’obiettivo è vivere bene. La fede è un passaggio, l’obiettivo è poter avere una vita bella, piena, realizzata.
Commentando questo brano evangelico il Papa ci ricorda che: “Gesù incomincia a consolare i suoi, perché uno dei compiti, dei “lavori” del Signore è consolare. Il Signore consola i suoi discepoli e qui vediamo come è il modo di consolare di Gesù. Noi abbiamo tanti modi di consolare, dai più autentici, dai più vicini ai più formali. Ma come consola, il Signore? E in questo passo del Vangelo vediamo che il Signore consola sempre nella vicinanza, con la verità e nella speranza. Sono le tre tracce della consolazione del Signore.
Nella vicinanza, mai distanti: “ci sono”. “Ci sono, qui, con voi”. E tante volte in silenzio. Ma sappiamo che Lui c’è. Lui sempre c’è. Quella vicinanza che è lo stile di Dio, anche nell’Incarnazione, farsi vicino a noi. Il Signore consola nella vicinanza. Una seconda traccia della vicinanza di Gesù, del modo di consolare di Gesù, è la verità: Gesù è veritiero. Non dice cose formali che sono bugie.
E questa è la terza traccia: Gesù consola nella speranza. Sì, è un momento brutto, ma «non sia turbato il vostro cuore. […] Abbiate fede anche in me» (v. 1). “Vi dico una cosa” – così dice Gesù – «nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. […] Vado a prepararvi un posto» (v. 2). Lui per primo va ad aprire le porte, le porte di quel posto, attraverso le quali noi passeremo tutti, così spero.”
Lasciamoci consolare dal Signore: Lui è la via, Lui è la verità, Lui è la vita.
don Simone
Pubblicato il 10 Maggio 2020 su dSimone. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Commenti disabilitati su V DOMENICA DI PASQUA.